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Ciao Paolo, fratello di elezione

 Ore 16.49: il messaggio che non avrei mai voluto leggere. Sei andato via in silenzio e, mi dicono, solo. Piango per la tua morte, come si piange per un fratello. Perché i fratelli e le sorelle di sangue non ce li scegliamo, ma alcuni lo diventano per elezione. Tu, Paolo, sei uno di quelli. Ora che mi sono ripreso un attimo dalla botta di dolore, sento riaffiorare tutti i ricordi più belli del tempo passato insieme. E a quei ricordi mi aggrappo e sorrido. Ti conobbi nel 2011, a fine ottobre, durante la settimana del tirocinio precedente la mia assunzione nella Cooperativa Nuove Risposte, quella che, a tutti gli effetti, è diventata la tua famiglia. Eri un utente, ma eri molto più che quello. Quando arrivai da te con il collega che faceva da tutor, ti trovai a letto, come al solito. Elena, la tua badante uscì per fare la spesa e tua madre, la mitica signora Agnese, già ad uno stadio avanzato di Alzheimer, era in cucina a guardare la TV. La seconda volta che ti vidi, ero da solo, impacci

Se avrai paura allora stringimi le mani

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Questa notte è terminato Sanremo 2023. Mengoni vincitore prevedibile già dalla prima sera e, dopo di lui, il carosello di canzoni, belle e brutte cantate su quel palco con frequenti note stonate. Chissà, forse ci sono stati problemi con l'audio e i fonici. Comunque, ora il futuro di quelle canzoni è tutto da scrivere e fra qualche tempo potremo dire davvero qual è quella che ha avuto più successo. Come sempre accade, ci sono canzoni – almeno tra quelle che piacciono o che hanno un motivo orecchiabile e allegro – che entrano in testa e, spesso, nel cuore, evocando una teoria di immagini, ricordi, affetti e persone tra le quali poi, qualcuna si fissa indelebilmente facendo sì che ad ogni ascolto quella persona, quel ricordo, quel pensiero torni prepotentemente nelle immagini che si formano mentre le parole scivolano sulle note. Tra le canzoni che quest'anno hanno trovato posto sul palco dell'Ariston ce n'è una che ha un fortissimo potere evocativo. In quel testo

Dell'amicizia e del compito alto dell'insegnante per l'inclusione (cioè di sostegno)

  25.11.2021   Ho bisogno e voglia di scrivere! C’è qualcosa che si agita in me. Ho appena finito di guardare il film Bohemian rhapsody e su tutti c’è un pensiero, una sensazione che mi accompagna. Per tutta la durata del film, ogni volta che compariva Mary, l’ex moglie di Freddie Mercury e poi sua grande amica, il pensiero andava a Grazia, alla sua presenza nella mia vita, al supporto che mi ha dato e dà e alla amicizia, forte, che ci lega. Ci sentiamo poco, anzi pochissimo. Lei con la sua famiglia, i figli, il lavoro; io con la mia vita e il lavoro, il continuo progettare il futuro, la passione che fa battere il cuore, che spinge ad alzarmi la mattina, a lottare per l’inclusione delle persone con disabilità. Nonostante le migliaia di parole che vorrei dire, ma che, purtroppo, non riesco a pronunciare. Ci sentiamo poco. Ma so che lei c’è e questo amore, questa amicizia mi nutre, mi dà forza, mi sostiene. Grazia quindi. Presenza silenziosa nel mio cuore. Insieme a Grazia, a